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Cultura
La rabbia catalana di Sílvia Orriols
Il linguaggio aggressivo è uno degli elementi caratteristici di questa indipendentista di estrema destra. Il suo programma è semplice : «liberarsi dello Stato spagnolo, dello Stato francese e dello Stato islamico»
«Madre di cinque catalani» - si presenta nel suo profilo su X - ai quali non vuole lasciare, ha detto in campagna elettorale, «un paese infestato di fondamentalisti». Il linguaggio aggressivo è uno degli elementi caratteristici di Sílvia Orriols, indipendentista di estrema destra che è appena riuscita a conquistare due seggi nel Parlament di Barcellona con il partito che ha fondato nel 2020, Aliança Catalana. Il suo programma è semplice : «liberarsi dello Stato spagnolo, dello Stato francese e dello Stato islamico». Tutti sullo stesso piano. Come se non solo a Madrid ma perfino a Parigi si volesse strangolare una regione dotata di fortissima autonomia e come se tutti gli immigrati di religione musulmana fossero dei terroristi.
C’è da dire che la trentanovenne sindaca di Ripoll (la cittadina che dovrebbe essere ricordata, più meritatamente, per la prestigiosa biblioteca del suo antico monastero benedettino), favorevole al referendum secessionista del 2017, è una xenofoba «totale», non solo un’anti-islamica. Per lei ogni non-catalano è un immigrato sgradito. Propone di vietare l’ingresso agli stranieri che non siano integrati nei valori occidentali e chiede di espellere tutti gli irregolari, affrontando in maniera radicale problemi che sicuramente esistono. «Mentre l’Europa avrà bisogno nei prossimi decenni di qualche milione di immigrati per evitare che tutto si inceppi, la Catalogna sognata da Sílvia Orriols – ha scritto Antonio Lucas su El Mundo – vuole essere una fortezza ermetica, egoista e malandata».
Il 12 maggio è andata abbastanza bene, facendo concorrenza ai nazionalisti di Vox, in un appuntamento elettorale atteso con grande interesse da tutta la Spagna. I 118.000 voti (3,8 per cento) ottenuti dalla leader di Aliança (di cui molti ricordano la decisione di censurare a Ripoll il manifesto della festa popolare perché vi appariva una ragazza con il velo) resteranno comunque in frigorifero. Diversamente da quanto è accaduto l’anno scorso nel suo comune - dove ha ricevuto l’appoggio di Junts per Catalunya, la formazione del latitante-esule Carles Puigdemont - lo schieramento indipendentista, che in ogni caso ha perso la maggioranza con la vittoria del socialista Salvador Illa, si era accordato per isolarla. Le resta un futuro da urlatrice.